E’ un lungo monologo Una verde vena di follia, ispirato alle lettere che la moglie di Luigi Pirandello, Maria Antonietta Portulano, scrisse al figlio Stefano. Una storia di donne “eccentriche” Lo spettacolo sarà in scena al Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli, dal 5 al 9 marzo 2025, nell’adattamento teatrale e la regia di Emanuela Giordano.
Tratto dal libro La vena verde (IQdB Edizioni) di Alessio Arena, è interpretato da Mascia Musy e Viviana Lombardo. Musiche originali di Tommaso Di Giulio e Leonardo Ceccarelli, scene, costumi, luci di Emanuela Giordano, produzione Teatro Biondo di Palermo.
DONNE E FOLLIA
Ci troviamo nell’Italia del secolo scorso, dove le donne “eccentriche” o di “eccessivo ed anarchico temperamento” venivano rinchiuse in “Case di custodia e cura”. La protagonista provoca, tiranneggia e cerca conforto nell’unico essere umano che ha la sventura di starle accanto: un’infermiera/custode che farebbe volentieri a meno di ascoltare le confessioni e gli sfoghi della donna, di contenere i suoi improvvisi sbalzi di umore e i tentativi di fuga.

Nonostante la forzosa convivenza, gli scherzi atroci, gli spaventi continui, le vessazioni reciproche, le due donne instaurarono una relazione di mutua comprensione. Quasi una sovrapposizione delle proprie esistenze ai margini, con accenti di improvvisa ironia, per ritagliarsi quel lembo di felicità che spetta a tutti gli esseri umani. L’odiato e amatissimo marito, egli stesso vittima e carnefice della donna, è continuamente evocato, raccontato, svelato, sognato.
L’AUTORE DEL LIBRO ALESSIO ARENA
“La mia protagonista esprime un mondo interiore che raccoglie le esperienze e i sogni di tanti che, oggi come ieri, lottano per rivendicare la propria indipendenza e la propria dignità in contesti sociali miopi e sterili. Attraverso la voce di questa donna senza nome, ho voluto rappresentare la disperazione dei diversi di ogni genere, epoca e luogo, che da sempre sono relegati ai margini delle società”.
LA REGIA
Mettiamo in scena un destino femminile che ci cammina a fianco. Siamo tutte figlie o nipoti della protagonista, donna di “inopportuna” fierezza, audace esploratrice di fantasie e verità scomode. Ho quindi immaginato una donna senza sospiri e vittimismi, visionaria e contraddittoria, che “grida” la sua necessità di esprimersi e di amare.