Pinter Party: uno spettacolo coraggioso

Angela Matassa

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E’ uno spettacolo coraggioso il Pinter party realizzato da Lino Musella per il Teatro di Napoli, che lo produce. La messinscena al Teatro San Ferdinando di Napoli fino al 21 aprile 2024, porta sotto i riflettori una denuncia, l’oltraggio, l’oppressione, la sete di potere, il dissenso. La mancanza di verità. Perché la verità non esiste, perché la verità è diversa per ognuno di noi.

Porta in scena la Storia, dunque, questo lungo atto unico, che riunisce tre testi dello scrittore britannico. Il bicchiere della staffa, Il linguaggio della montagna, Party time sono i tre testi riuniti da Pinter proprio per parlare della realtà. Una realtà che descriveva con acume e indignazione nel 1991 e poi nel 2005 per il Premio Nobel, ma che è anche la storia di oggi.

Musella, da sempre affascinato dalla penna del drammaturgo inglese, decide di affrontarlo con coraggio e portare al pubblico le tematiche più scottanti del nostro tempo.

E ne fa teatro. Puro. A cominciare dalla scenografia di Paola Castrignanò, quasi interamente in bianco e nero, in un contrasto che indica atmosfere e personalità opposte.

Pinter Party (foto di Ivan Nocera)

In Pinter party, vittime e carnefici, s’incontrano e scontrano. Ricchezza e povertà convivono. Bisogni e lusso si contrappongono, in un buio denso: di anima e di luoghi. Della verità tutti discettano, ma meglio non pensarci. Alle guerre in atto, meglio non pensarci. Agli orrori dell’uomo sull’uomo: meglio non pensarci e, soprattutto: “chiudere il becco”.

Dopo Il bicchiere della staffa, in cui oppressore ed oppresso discutono con un finale purtroppo scontato. Dopo Il linguaggio della montagna, in cui domina l’ignoranza e l’inevitabile conseguenza discriminante, la chiusa: il Party, il compleanno dell’ospite, la festa dai mille colori, in una casa di lusso, con invitati eccellenti: politici, finanzieri, manager, banchieri, supereroi moderni e benestanti, qualcuno fuori dal coro. Per la giostra finale, in cui si brinda: ciascuno alla propria verità.

Pinter party (foto di Ivan Nocera)

Un pugno allo stomaco, che lascia sempre più il segno mentre colpisce nel finale. Musella interpreta uno stralcio del discorso che Harold Pinter tenne nel 2005, quando gli fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura.

Un discorso questo sì di verità. Un monito per chi vuole davvero ascoltare e recepire. Un’esposizione dei fatti, che dovrebbe far vergognare ogni governante.

Straordinari gli interpreti, da Musella e Paolo Mazzarelli (coppia più che collaudata), al coro di attrici: Betti Pedrazzi, Eva Cambiale, Ivana Maione.A Totò Onnis, Gennaro Di Biase, Dario Iubatti, Dalal Suleiman.

Costumi di Aurora Damanti, musiche originali e disegno sonoro di Luca Canciello, disegno luci di Pietro Sperduti, in video di Matteo Delbò, coreografia di Nyko Piscopo.

Pinter party. Supereroi alla festa (foto di Ivan Nocera)

Grandi e lunghi applausi per la compagnia, in assoluta sintonia.

 

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