Il 22 novembre, con repliche fino al 1° dicembre 2024, al Teatro Augusteo di Napoli sarà in scena “Miseria e Nobiltà”, regia di Luciano Melchionna. Il celebre classico di Scarpetta è un’anteprima nazionale. produzione Ente Teatro Cronaca e SGAT Napoli (Gruppo Augusteo).
IL CAST
Il regista affida il ruolo del protagonista, lo scrivano “sciupafemmine” Felice Sciosciammocca, a Massimo De Matteo. Con lui, nel cast, Raffaele Ausiello, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Andrea De Goyzueta, Renato De Simone, Valentina Elia, Alessandro Freschi, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Daniela Ioia, Raffaele Milite, Fabio Rossi. Firmano l’adattamento Lello Arena e Luciano Melchionna, che ne cura anche l’ideazione scenica.
Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Milla, musiche di Stag, assistente alla regia Francesca Pelella.
Melchionna, regista, sceneggiatore e attore, maestro di sperimentazione, cura la regia di una commedia tradizionale nel suo stile unico, creando uno scenario apocalittico del nuovo millennio.
Temi sociali contemporanei al tappeto per una storia che regala ancora oggi emozioni. La tradizione napoletana è punto di riferimento del Teatro Augusteo, profondamente calato nella storia artistica e culturale di Napoli.
IL PENSIERO DEL REGISTA
Spiega Melchionna:-“Miseria e nobiltà. Miseria o nobiltà? Una cosa è certa, l’una non esisterebbe senza l’altra, così come il palazzo signorile, affrescato e assolato, non starebbe in piedi senza le sue fondamenta buie, umide e scrostate. Un perfetto ecosistema: senza un solo elemento, crolla l’intera ‘architettura’ . In uno scantinato/discarica, mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e rifiuti, tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la sopravvivenza ‘ratti’ che presto, travestiti da ‘cani o gatti’, sgomiteranno per salire alla luce del sole. Sono personaggi che trascinano i propri corpi come fantasmi affamati di cibo e di vita. ‘Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti’ in bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della tradizione, intesa come monito di qualità e giusto equilibrio. In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che…ridere.”
Lo scoppiettante spettacolo, tra commedia dell’arte e tragicommedia, si avvale dei tempi comici di Massimo De Matteo, erede di quella maschera che fu di Eduardo e dei suoi epigoni. Tutti bravi e in parte gli attori che promettono una serata di divertimento e riflessione, tra falsi principi e principesse, equivoci e ricongiungimenti familiari.