Manifesti per un cinema libero

Redazione

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S’intitola Manifesti per un cinema libero – I dannati della terra la rassegna cinematografica promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Cohousing Cinema Napoli. Organizzata da Italian International Cinema in collaborazione con la Cineteca di Bologna e la Scuola di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, con la partecipazione di Università degli Studi di Napoli L’Orientale.

Le proiezioni si terranno al Multicinema Modernissimo di Napoli.

Nel centenario della nascita di Frantz Fanon, psichiatra e filosofo militante a cui si deve, a partire dai I dannati della terra (pubblicato con la prefazione di Jean-Paul Sartre nel 1961), una lettura rivoluzionaria della storia e dei processi di liberazione dall’oppressione coloniale, Manifesti per un cinema libero propone una selezione di capolavori del Terzo Cinema, da Africa, America Latina e Medio Oriente, realizzati negli anni Sessanta e Settanta, e presentati per la prima volta a Napoli in versione restaurata.

L’IDEA DI MANIFESTI PER UN CINEMA LIBERO

Curata da Armando Andria e Gina Annunziata, l’iniziativa, in programma fino al 7 maggio 2025, testimonia di un cinema in cui, nel pieno dei movimenti di liberazione, la lotta emancipativa non è disgiunta dalla lotta estetica, la provocazione sul piano politico è tutt’uno con l’innovazione di stile e di linguaggio.

Provenienti da aree del pianeta caratterizzate da sottosviluppo economico, sfruttamento e repressione, il comune denominatore dei film proposti è l’emersione inarrestabile del potenziale militante del cinema e dei processi di decolonizzazione in atto: così nella coscienza politica come nel gesto artistico.

Touki Bouki

La prima giornata di Manifesti per un cinema libero, martedì 18 marzo, inizierà alle ore 21.15 con la proiezione de Gli ingannati (Al-makhdu’un, Siria 1972, 107’) di Tewfik Saleh, introduce Cecilia Cenciarelli. A poco più di dieci anni dalla nakba, il grande e violento esodo palestinese dai territori diventati israeliani nel 1948, tre rifugiati in Iraq sognano di fuggire dai campi profughi verso la ricchezza e la prosperità del Kuwait. Fra trattative, tradimenti, perdite dolorose e ripetute umiliazioni, riescono a trovare chi è disposto a trasportarli clandestinamente oltre il confine. Ma dovranno attraversare il deserto infuocato chiusi in un’autocisterna, e il sogno diventa un incubo.

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