“I promessi suoceri“: la nuova commedia di cui Paolo Caiazzo firma scrittura e regia in programma al Teatro Augusteo di Napoli dal 14 al 23 marzo 2025. Lo spettacolo vedrà in scena anche Maria Bolignano, Antonio D’Avino, Yuliya Mayarchuk, Domenico Pinelli, Giovanna Sannino. Produzione AG Spettacoli. Si tratta, secondo il comico partenopeo, di uno spettacolo dalla “comicità avvincente” e dal “sapore anni 70”.
Dal prossimo 14 marzo in scena con “I promessi suoceri”: l’evoluzione da papà a suocero. Come la affronterà?
“L’evoluzione da papà a suocero è un momento complicato della vita di un uomo, è la tua principessa che sceglie di cambiare principe. Si tratta di un momento particolarmente difficile dal punto di vista della gestione delle emozioni. Nella commedia questo tanto temuto momento nella vita di ogni papà è arrivato per Antonio. La sua piccolina, Lucia, ha trovato un altro uomo della vita e lui è destinato a finire inesorabilmente nella soffitta dei ricordi. Ma questo difficile livello da affrontare si trasforma in un incubo”.

Perché?
“Il giorno prima della promessa di nozze, c’è il primo incontro con i genitori di Lorenzo. Partiamo dal presupposto che, negli ultimi anni, si è persa la formalità di queste presentazioni, è diventato tutto più informale. Antonio ed Elisa, emozionati per il momento solenne, sono decisi però a non sfigurare e preparano la serata nei minimi particolari. Dopo i primi convenevoli cominciano a venir fuori vecchi trascorsi tra i quattro. E scatteranno meccanismi improbabili quanto comici”.
Questo matrimonio ‘non s’ha da fare’?
“Non spoileriamo altro. Posso però dire che prendo liberamente ispirazione da due grandi classici: ‘L’avaro’ di Molière, in quanto anche il mio personaggio lo è, e ‘Miseria e Nobilità’. E’ così che ho pensato all’incontro tra le due famiglie”.
Lei ha alle spalle una lunga carriera da comico. In questi anni com’è cambiata la comicità?
“La commedia ‘I promessi suoceri’ strizza l’occhio alle commedie anni ’70, quelle con Banfi, la Vitti e Sordi. Ho preso ispirazione da quella che secondo me è stata la leggendaria commedia all’italiana, di cui si è forse si sono perse un po’ le tracce. La commedia della comicità reale, quella che ti fa ridere perché verosimilmente prende in giro vizi e debolezze umane”.
Quindi cosa si aspetta il pubblico quando viene a teatro?
“Di passare una serata leggera, fatta anche di riflessione ma mai di banalità. Soprattutto dopo il Covid si è registrato un forte ritorno a teatro, fatto dalla voglia di tornare ad aggregarsi e divertirsi dal vivo”.
Progetti?
“Saro sempre a teatro con questa commedia ma anche con ‘Quella visita inaspettata’ che continuerà la sua tournée”.
Niente tv?
“Al momento non c’è quello che mi piacerebbe rappresentare e che invece trovo a teatro. E cioè raccontare delle storie e nel frattempo vedere la partecipazione del pubblico. Far ridere ma ogni tanto anche far riflettere. Sempre seguendo il mio motto”.
Sarebbe?
“Leggerezza ma mai banalità”.