Un’attrice brillante, viso amato della televisione, veste i panni di Mirandolina, La Locandiera di Carlo Goldoni. E’ Nancy Brilli, a Napoli al teatro Acacia dal 12 al 15 dicembre, nella messinscena di Giuseppe Marini.

In palcoscenico con lei Fabio Bussotti, Giuseppe Marini, Maximilian Nisi, Fabio Fusco e Andrea Paolotti. “Spietata, modernissima e proto-strindberghiana lotta tra i sessi, – commenta il regista, che si misura per la prima volta con il commediografo veneziano – “La Locandiera”, non ha mancato di esercitare nel tempo una certa misteriosa malìa incantatrice. Mistero che apre oggi delle possibili fessure di comprensione (e interpretazione) in quella sorta di trattato, lucido e precisissimo, sull’egotismo o, meglio ancora, sul narcisismo – o battaglia di narcisismi – che da sempre sembra trovare nella sfera amorosa il suo terreno di applicazione privilegiato”. Questa Mirandolina è un personaggio a tratti malinconico e riflessivo perché difende il suo valore di donna lavoratrice dai pregiudizi degli uomini.
“E’ una donna moderna, contemporanea, – spiega la Brilli – una che ha una sua azienda, la locanda, che le viene lasciata dal padre, e nessuno si aspetta che riesca a mandarla avanti da sola. Ma ce la fa senza un aiuto maschile. Ci riesce con tutte le seduzioni del caso, con le armi di una donna del Settecento e questo me la rende simpatica. Non mi piace la sua grande vanità, che le fa perdere l’occasione di essere amata per una lotta di potere”. La scenografia di Chiti costituita da specchi, su uno sfondo bianco, che riproducono anche una visione molteplice della realtà. In alcune scene i corteggiatori con costumi di colori sgargianti appaiono negli specchi come mostruose caricature per sottolineare i loro comportamenti eccessivamente individualisti, tesi a primeggiare. Lo stesso costume della protagonista è studiato per rendere la durezza dei suoi sentimenti e la sua volontà di rivalsa sugli uomini che la vorrebbero considerare solo una bella donna.
Una visione moderna, dunque, per un personaggio che ha avuto negli anni moltissime interpretazioni, anche celebri, ma che non smette di ispirare registi e attrici. Dalle pagine di Goldoni emergono sempre nuovi spunti per interpretazioni adatte ai tempi. Come succede per ogni classico.