Istrionico Don Giovanni

Redazione

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Una scena
Una scena

Gioca sui generi, sulle forme, sulle musiche. Filippo Timi nel suo ultimo lavoro che racconta un altro mito. Il Don Giovanni- Vivere è un abuso, mai un diritto, scritto, diretto e interpretato da lui, sarà in scena al teatro Bellini di Napoli dal 29 novembre all’8 dicembre. Un altro personaggio celebre per l’istrionico, eccessivo artista che cura le scene e affida i costumi a Fabio Zambernardi, le luci a Gigi Saccomandi, il suono a Beppe Pellicciari.

Questo Don Giovanni conosce la sua fine, deve solo rincorrerla. Il suo rapporto con Donna Anna, Donna Elvira, e Zerlina è molto teatrale. Donna Elvira è, forse, l’amore vero, quello che appartiene al passato, Donna Anna è l’amore ingannatore, e pertanto, violento, Zerlina è l’amore della seduzione, del desiderio di purezza.

“Don Giovanni è l’umanità volubile e insaziabile, – scrive Timi nelle note di regia – l’umanità finalmente priva di quelle morali colpevoli dell’assurdo destino verso cui stiamo precipitando. E la colpa non è certo della storia, o di tutti quei Cristi che c’hanno professato amore, ma la nostra: la fame di potere insita nell’uomo, nessuno escluso, la fame di resistere, di mistificare, di ingannarsi piuttosto che sopravvivere. Meglio morire da idioti ma tutti insieme che svegliarsi e di colpo comprendere l’errore? Evidentemente si. Ma stavolta l’evidenza lascerà una firma sanguinaria, una firma così profonda da spazzare via l’intera umanità. Don Giovanni è un’intera Storia dell’umanità che muore…  La vita è ingiusta, ecco che cos’è la vita, una farsa che si trasforma in tragedia. Vivo è solo ciò che muore, e solo amando si rischia davvero di toccare le vette gelide dell’estrema solitudine, e da lì sentire il canto delle sirene. Solo tradendo si raggiunge l’amore assoluto… Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato, e lui non si sottrae dall’essere se stesso. Ecco in cosa è grande. Non perché accetta la morte, deve per forza, come tutti. E’ grande perché accetta a pieno le conseguenze, inevitabili, dell’essere nient’altro che se stesso”.

In scena con lui, Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri Matteo De Blasio, Fulvio Accogli

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