“Oreste Zevola”, una mostra a Napoli

Anita B.Monti

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Da giovedì 13 marzo 2025, la stagione espositiva della galleria Al Blu di Prussia di Napoli prosegue con “Oreste Zevola”, a cura di Maria Savarese, primo progetto espositivo realizzato a Napoli per Oreste Zevola, a dieci anni dalla sua prematura scomparsa.

L’ARTE DI ZEVOLA

Poliedrico artista, Oreste Zevola (Napoli 1954 – 2014), è stato disegnatore, pittore, scultore, scenografo, inventore di immagini, illustratore, riscuotendo molto presto un riconoscimento internazionale.

Artista versatile, dopo le prime collaborazioni editoriali e copertine per quotidiani e periodici in Italia e all’estero, alle fine degli anni Settanta fondò a Trieste la rivista d’arte “Juliet”, con Roberto Vidali e Rolan Marino.

La trasversalità della sua ricerca artistica, la ricchezza della sua produzione, la varietà delle contaminazioni e delle collaborazioni, tuttavia non hanno mai alterato l’unitarietà estetica e concettuale della sua produzione, come emerge da questa mostra, per la quale sono state selezionate dall’Archivio oltre 70 opere.

LE OPERE IN ESPOSIZIONE

I lavori, quasi tutti inediti, o esposti a Napoli per la prima volta, sono stati realizzati fra il 2000 ed il 2014. Alcuni di essi sono tratti dai progetti Bad Boys (2000), Tu moi ce soir, Cane di pane (2002), Alberi (2004), Il resto di niente (2004), Santa Patrizia e Pulcinella (2007), Il Guardiano (2009), fino all’ultimo eseguito nell’agosto 2014.

Le tempere che si articolano nell’intero spazio espositivo della galleria sono di medie e piccole dimensioni. In esse trionfa tutto l’universo creativo di Zevola: figure umane, angeli, vesuvi, uccelli, barche, piante, foglie. Che crescono anche dentro le persone o ne ornano gli abiti, attraverso mille ibridazioni. Fluttuando sospese fra cielo e terra, fra realtà e sogno, paradiso ed inferno, vita e morte, in una sintesi di arcaico e contemporaneo.

La locandina della mostra

In particolare, le opere grafiche de Il resto di niente esprimono fra i punti più elevati dell’intera sua arte, lavori che coniugano la dimensione storica e fiabesca dell’esistenza. E, soprattutto, dell’immaginario della cultura napoletana: regine truccate, sirene su rami di una piccola foresta, pesci, teschi galleggianti, amuleti e vulcani in fiamme.

Completa l’esposizione, la proiezione di alcuni video: il primo, prodotto nel 2016 dall’Archivio, dal titolo Oreste Zevola, disegnare il cinema. Il secondo, Inanimés, all’interno di un piccolo monitor, è un lavoro di videoarte che Zevola realizzò a Parigi nel 2004.

Il terzo con i grandi disegni animati ispirati alla storia di Eleonora Pimentel Fonseca ed alla Rivoluzione Napoletana del 1799. Che realizzò nel 2004 come scenografie per il film di Antonietta De Lillo, Il resto di niente, tratto dal libro di Enzo Striano.

 

 

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